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Scoprite la maestosa bellezza del Chianti, le argille grigie delle Crete Senesi e le dolci colline ondulate della Val D’Orcia. La costa meridionale è caratterizzata da lunghe spiagge sabbiose e oasi naturali protette, perfette per gli intermezzi di relax dopo le giornate di roaming in campagna. Vanta anche alcune delle città più affascinanti in tutta Europa, tra cui Firenze, Lucca, Pisa e Siena. In quanto tale, è considerata la regione più popolare e di alto profilo da visitare in Italia.
La Toscana è una regione italiana a statuto ordinario di 3 743 370 abitanti, situata nell’Italia Centrale, con capoluogo Firenze. Confina a nord-ovest con la Liguria, a nord con l’Emilia-Romagna, a est con le Marche e l’Umbria, a sud con il Lazio. Ad ovest, i suoi 397 km di coste continentali sono bagnati dal Mar Ligure nel tratto centro-settentrionale tra Carrara (foce del torrente Parmignola, confine con la Liguria) e il Golfo di Baratti; il Mar Tirreno bagna invece il tratto costiero meridionale tra il promontorio di Piombino e la foce del Chiarone, che segna il confine con il Lazio.
Il capoluogo regionale è Firenze, la città più popolosa (382 000 abitanti), nonché principale fulcro storico, artistico ed economico-amministrativo; le altre città capoluogo di provincia sono: Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Pistoia, Prato e Siena.
La Toscana amministra anche le isole dell’Arcipelago Toscano, oltre ad una piccola exclave situata entro i confini dell’Emilia-Romagna, in cui sono situate alcune frazioni del comune di Badia Tedalda.
Il nome è antichissimo e deriva dall’etnonimo usato dai Latini per definire la terra abitata dagli Etruschi: “Etruria”, trasformata poi in “Tuscia” e poi in “Toscana”. Anche i confini della odierna Toscana corrispondono in linea di massima a quelli dell’Etruria antica, che comprendevano anche parti delle attuali regioni Lazio e Umbria, fino al Tevere.
Fino al 1861 è stata un’entità indipendente, nota con il nome di Granducato di Toscana. Da allora ha fatto parte del Regno di Sardegna, del Regno d’Italia ed oggi della Repubblica Italiana.
In epoca granducale aveva anche un inno, composto dal fiorentino Egisto Mosell ed intitolato La Leopolda.
La festa regionale, istituita nel 2001, ricorre il 30 novembre, nel ricordo del suddetto giorno del 1786 in cui fu abolita la pena di morte e la tortura nel Granducato di Toscana.
Cucina tradizionale della Toscana
La cucina toscana è costituita, principalmente, di piatti e dolci tradizionali che mantengono inalterata la loro preparazione da molti anni.
Il pane senza sale è un'usanza che poche altre regioni hanno adottato (come l' Umbria). Pare che l'usanza risalga al XII secolo quando, al culmine della rivalità fra Pisa e Firenze, i pisani misero in pratica prezzi elevatissimi al prezioso cloruro di sodio. Esiste poi anche un'ipotesi che dice fossero gli stessi signori di Firenze ad imporre tasse particolarmente esose per l'uso del sale.
In Toscana, la sacralità del pane, ovvero l'importanza di non buttarlo via ma di utilizzarlo anche quando è raffermo, è testimoniata da una lunga serie di antiche ricette ancora molto diffuse: la panzanella, la panata, la ribollita, l'acquacotta, la pappa al pomodoro, la fettunta, la zuppa di verdura, la farinata la minestra di cavolo nero o il Pan co' santi.
Altra caratteristica della cucina toscana per eccellenza è l'uso di carni bianche e di selvaggina. I prodotti dell'aia del podere, dove pascolano liberamente polli, tacchini, oche, faraone e piccioni insieme coi conigli e la selvaggina come la lepre e il cinghiale, il fagiano e l'istrice costituiscono da sempre il menu delle grandi feste. Il maiale anch'esso è molto usato, basti pensare al famoso salame toscano, alla finocchiona, al prosciutto conservato sotto sale, al lardo di Colonnata alle salsicce e ai prodotti particolari come il buristo anch'esso frutto dell'ingegnosità della povera gente.
Tra i formaggi la tradizione si concentra sul pecorino toscano, come prodotto da conservare: i più famosi quello di Pienza e quello maremmano; mentre troviamo la ricotta e il raveggiolo tra i formaggi molli.
Infine grande spazio ai dolci, dove spiccano il panforte, i ricciarelli, i cavallucci, la zuppa del duca, la torta di cecco, i migliacci, i cantuccini di Prato.
I vini della toscana
La Toscana è stata da sempre una regione famosa per i vini prodotti, che attualmente sono suddivisi in otto DOCG e 34 DOC, oltre a numerose IGT, tra le quali spiccano anche alcune produzioni di altissimo livello, note nel mondo enologico con l'appellativo di supertuscans.
Mentre le zone della Toscana centrale (province di Firenze e Siena) sono note in tutto il mondo da diversi decenni per la produzione del Chianti Classico, del Brunello di Montalcino e del Vino Nobile di Montepulciano, negli ultimi anni si sono affermati i vini prodotti nelle aree costiere (province di Livorno e Grosseto), favorite maggiormente dal clima più mite, secco e soleggiato, tra i quali spicca l'eccellenza del Bolgheri Sassicaia o del tignanello, la struttura e l'equilibrio dei vini rossi maremmani (Morellino di Scansano, Montecucco e Monteregio di Massa Marittima) e l'armonia dei bianchi (Ansonica). Sempre più quotati anche i vini rossi e bianchi della provincia di Arezzo. Tra gli altri vini della Toscana, possono essere ricordati il Carmignano, uno dei più antichi vini della toscana prodotto nell'omonimo comune in provincia di Prato, la celebre Vernaccia di San Gimignano, il Pitigliano, il Montescudaio e il Vin Santo.
CENTRI ARTISTICI
La Toscana è universalmente nota per la sua grandissima ricchezza di monumenti e opere d’arte: celebri in tutto il mondo sono le città di Firenze, Pisa, Siena.
Meno note ma non per questo “seconde” ai centri sopra citati quanto a ricchezza monumentale sono i centri di Arezzo, Prato, Carrara, Pistoia (“capitale della cultura italiana 2017”) e Lucca. Infine, praticamente “inedite” al turismo seppur caratterizzate da monumenti di pregio sono le città di Livorno, Grosseto e Massa.
STORIA DELL’ARTE TOSCANA
Epoca preistorica e etrusca
La zona di Pontremoli (e la vicina Luni) furono il cuore dell’antichissima civiltà delle Statue stele, nel III millennio a.C. Numerosi sono anche i ritrovamenti della civiltà villanoviana.
L’Etruria fu il cuore della civiltà etrusca e comprendeva quasi l’intero territorio della Toscana attuale. Delle ricche e fiorenti città etrusche meridionali restano oggi straordinari reperti soprattutto nella zone della Maremma, del litorale livornese, dell’entroterra senese e grossetano. Di eccezionale importanza sono le necropoli etrusche degne di nota, come Sovana, Vetulonia e Populonia. Anche nella Toscana settentrionale esistevano numerosi insediamenti, ma più isolati. Tra questi Pisa, con il Tumulo del Principe etrusco, Sasso Pisano, Fiesole, Volterra, Cortona, Carmignano (Prato) con le tombe etrusche di Montefortini, di Boschetti, e la necropoli di Prato Rosello. Recente è la scoperta di una città etrusca a Gonfienti, presso Prato, probabilmente il principale centro di scambio fino alla fine del V secolo a.C. con l’area padana.
Tra i più importanti reperti etruschi rinvenuti, il Disco di Magliano è stato di fondamentale importanza per la codifica della lingua etrusca.
Epoca romana
In epoca romana venne fondata Florentia e prosperarono numerose città, come Pisa, Pistoia, Arezzo, Volterra, Fiesole e Roselle. Tra gli scavi di epoca romana particolare importanza ha quello della colonia di Cosa, una delle meglio conservate risalente ai primi anni della Repubblica.
Arte paleocristiana
A partire dalla tarda antichità la Toscana visse una sorta di “eclisse”, un lungo periodo di cui ci sono rimaste scarsissime tracce artistiche, anche perché sistematicamente demolite nei secoli successivi. Per questo le poche architetture superstiti hanno un valore straordinario come il Duomo di Chiusi o la cripta della chiesa di San Baronto. La città più importante a quell’epoca era Lucca, attraversata dalla via Francigena, ma i resti paleocristiani o altomedievali sono anche qui rari, a parte un inestimabile patrimonio librario antichissimo.
Medioevo
Nel Medioevo in molti comuni toscani vennero realizzate grandiose piazze con cattedrali, basiliche ed imponenti palazzi pubblici e vie con pregevoli edifici privati. La prima città a godere di questo straordinario sviluppo fu la repubblica marinara di Pisa, seguita a ruota da Lucca, Firenze, Prato e Siena. Il romanico pisano ha lasciato straordinarie cattedrali, influenzando molte altre zone del Mediterraneo. Nelle aree rurali si svilupparono caratteristici borghi, castelli e fortificazioni e vennero costruite numerose pievi e abbazie.
A partire dal XIII secolo anche la scultura riscoprì una dimensione monumentale, con maestri come Nicola Pisano, Giovanni Pisano e Arnolfo di Cambio. Alla fine del secolo la pittura sembrava arretrata di un divario incolmabile rispetto alle altre forme d’arte, ancora ancorata alla tradizione bizantina. Pian piano i maestri pisani e lucchesi si allontanarono dai modelli orientali, ma fu con Cimabue e soprattutto con Giotto che la pittura fece passi da gigante, riscoprendo valori ormai tramontati da secoli come lo spazio reale, il realismo, la narrazione, la creatività: a partire da questa rivoluzione trovò una nuova strada tutta l’arte occidentale.
Il gotico venne recepito con alterne vicende in Toscana: se a Siena nacque una scuola aggiornatissima ai modelli cortesi transalpini, con maestri come Duccio di Boninsegna, i fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti e Simone Martini, a Firenze pesò più un retaggio classicista, che da lì a pochi anni sarebbe fiorito nel Rinascimento.
Rinascimento
Il Rinascimento si sviluppò a partire da Firenze e dalla Toscana, diffondendosi successivamente anche nel resto d’Italia e d’Europa; inteso come recupero dei modelli classici, iniziò con un rinnovato interesse dei grandi come Petrarca e Boccaccio.
In seguito si diffuse anche alle arti visive, recuperando una linea “classica” che ha attraversato il romanico e che ha impedito l’affermarsi pieno del gotico. Mentre Filippo Brunelleschi “scopriva” le regole della prospettiva matematica, pittori come Masaccio proponevano figure vivide come non mai, straziate dal sentimento e dal volume reale dei corpi. In architettura si semplificò alla ricerca di forme “pure”, solenni e razionali, dimostrando come l’ingegno umano potesse creare anche opere inverosimili, come la mastodontica cupola di Santa Maria del Fiore. Iniziò una rivoluzione stimolata dal mecenatismo di una classe di mercanti e banchieri dotata di grande cultura e di ingentissimi mezzi economici. Botticelli, Piero della Francesca, Donatello, Lorenzo Ghiberti, sono solo alcuni dei “geni” toscani del XV secolo.
In quest’epoca vennero realizzate grandi opere caratterizzate da elementi stilistici completamente innovativi, come le basiliche di San Lorenzo e di Santo Spirito a Firenze, la Cattedrale e Palazzo Piccolomini a Pienza, la chiesa di san Biagio a Montepulciano e le Mura di Lucca.
Il culmine si raggiunse tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, con i più grandi maestri di sempre a Firenze: Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio (che pure era marchigiano, ma lavorò anche in Toscana in quegli anni)
Mentre il Rinascimento si avviava a forme sempre più complesse, gli sconvolgimenti fiorentini legati a Savonarola e alla cacciata dei Medici produssero una battuta di arresto che sconvolse il mondo dell’arte: mentre alcuni artisti vivevano una profonda crisi, altri cercavano fortuna in nuove città, diffondendo le conquiste del Rinascimento in tutta Europa: Leonardo a Milano e in Francia; Michelangelo a Roma; Jacopo Sansovino a Venezia, eccetera.
Manierismo
L’impatto dei grandissimi maestri del Rinascimento produsse nella generazione successiva uno stimolo all’imitazione, che si tradusse poi, nei migliori artisti, nella ricerca di qualcosa di “diverso”, che prescindesse ormai la realtà astraendola in qualcosa di più originale, complesso e capriccioso. Se da una parte l’arte della nuova corte granducale produceva opere belle ma un po’ convenzionali (si pensi agli artisti della cerchia di Giorgio Vasari), dall’altro nascevano le prime irrequietudini, le prime “avanguardie”, con artisti originalissimi (e spesso incompresi) come Benvenuto Cellini, Jacopo Pontormo e Rosso Fiorentino.
La scena architettonica subiva invece un continuo sviluppo, con grandi cantieri in tutta la regione spinti dalla volontà del Granduca di manifestare la propria potenza e la propria supremazia politica: a Firenze l’antico centro della politica repubblicana veniva stravolto dalla ristrutturazione di Palazzo Vecchio e dalla costruzione degli Uffizi; a Pisa nasceva piazza dei Cavalieri per l’ordine di Santo Stefano, a Livorno nasceva una nuova città portuale dotata di aggiornatissime fortificazioni. Il potere si manifestava anche attraverso altre opere, come la rete delle ville medicee, completata dall’estro di Bernardo Buontalenti.
L’unica zona a restare indipendente fu Lucca, che sebbene vedesse la sua importanza ridimensionata rispetto al Medioevo, costruì uno dei più belli e meglio conservati sistemi di fortificazione dell’epoca, proprio nella paura di un attacco degli invadenti fiorentini. Le mura di Lucca risultano ancora oggi una delle meglio conservate cerchie murarie e trovano un esempio simile, seppur a perimetro ridotto, nelle mura di Grosseto che furono completamente ristrutturate nella seconda metà del Cinquecento su progetto di Baldassarre Lanci.
Barocco
La tradizione rinascimentale e manierista fiorentina e toscana, glorificata da opere come Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori di Giorgio Vasari (il primo trattato di storia dell’arte dai tempi di Pausania), impedì di fatto il radicarsi delle estrosità del barocco romano per quasi tutto il XVII secolo.
La Toscana non fu immune al barocco, che fu invece caratterizzato dalla misura e dalla sobrietà, e una certa tradizione di storici dell’arte ne sminuì l’importanza fino a tutta la metà del XX secolo. Oggetto quindi di una recente riscoperta, l’arte toscana tra Sei e Settecento, raggiunse alcuni vertici nei capolavori sfarzosi come la Cappella dei Principi a Firenze o come le ville lucchesi, ma fu importante anche l’arricchirsi del tessuto urbano di un po’ tutte le città di opere minori rispondenti al nuovo gusto scenografico, che entrarono a far parte nell’immagine della regione. Si ricorda l’arte della dinastia dei Nasini, che da Castel del Piano, sul Monte Amiata, estesero la loro produzione, più finalizzata alla devozione che non alla fastosità, in numerosi centri del grossetano e del senese.
Settecento e Ottocento
Nel Settecento, in architettura prosegue la costruzione di impianti sobri ed equilibrati di gusto barocco, anche se numerose sono le ristrutturazioni di edifici già esistenti, come la facciata della chiesa di San Marco a Firenze. La seconda metà del secolo volge verso temi più marcatamente neoclassici: Gaspare Paoletti sarà capostipite di una serie di architetti attivi nel granducato fino agli anni quaranta dell’Ottocento, quali Luigi de Cambray Digny e Pasquale Poccianti. Accanto agli imponenti restauri per Palazzo Pitti e la Villa di Poggio Imperiale si registra la costruzione di edifici monumentali come il Cisternone di Livorno. Nel neogotico emerge il nome di Alessandro Gherardesca.
Nella scultura, la prima metà del Settecento è caratterizzata ad esempio dall’opera di Giovanni Battista Foggini; successivamente, col neoclassicismo, si affermano soprattutto i nomi di Lorenzo Bartolini e del senese Giovanni Duprè, che svilupparono i modelli offerti da Canova, cercando una mediazione tra “verismo” e “purismo”.
La pittura offre i suoi spunti più interessanti nell’Ottocento, con le opere di scuola macchiaiola di Giovanni Fattori e altri, che anticiparono le inquietudini coloristiche dell’impressionismo francese.
Novecento
Nel Novecento la Toscana ebbe un’importante stagione Liberty, con alcuni vertici in luoghi a forte sviluppo urbanistico come Grosseto, Montecatini Terme, Viareggio, Bagni di Lucca, Castiglioncello e Marina di Pisa.
Più diffusa su tutto il territorio regionale fu l’architettura razionalista, con alcuni capolavori a livello internazionale come la stazione di Firenze Santa Maria Novella o lo stadio Artemio Franchi di Pier Luigi Nervi.
Nel dopoguerra si imposero in architettura i nomi di alcuni architetti di fama internazionale, come Italo Gamberini, Leonardo Savioli, Leonardo Ricci, ma fu soprattutto Giovanni Michelucci, a imporre uno stile in chiave moderna, funzionale, dall’estetica asciutta ma anche emozionante e riconoscibile. Opere come la chiesa dell’Autostrada del Sole sono tra le realizzazioni più significative del secolo in Toscana, declinata in innumerevoli imitazioni e omaggi.
Tra i pittori vanno ricordati Amedeo Modigliani (morto nel 1920), Ottone Rosai e Giuseppe Viviani.
PATRIMONI UNESCO
Centro storico di Firenze
Centro storico di Siena
Centro storico di San Gimignano
Centro storico di Pienza
Paesaggio collinare della Val d’Orcia
Paesaggio delle Colline del Chianti
Centro storico di Pisa
Ville medicee dell’area Fiorentina
CASE RURALI
La campagna toscana è nota nel mondo per i caratteristici insediamenti rurali sparsi, legati a poderi mezzadrili, che in passato assicuravano lavoro per tutto l’anno agricolo a tutti coloro che vi abitavano.
In epoca medievale, alcuni agglomerati rurali furono i precursori di piccoli borghi, che si sono ben conservati fino ai giorni nostri, epoca in cui hanno conosciuto un’ulteriore valorizzazione. Tali esempi si ritrovano principalmente nelle aree pianeggianti e collinari interne della Toscana centro-settentrionale.
Tra il periodo rinascimentale e quello barocco, sorsero numerose fattorie fortificate, dette grange, soprattutto nelle zone centro-meridionali della regione, presso le quali veniva costruita l’immancabile cappella padronale.
Dal Settecento in poi, la bonifica della Maremma e, più in generale, delle pianure costiere diede un ulteriore impulso allo sviluppo di case rurali, soprattutto in prossimità delle aree costiere centro-meridionali, ove vi era l’esigenza di rendere coltivabili le nuove terre strappate alle preesistenti aree paludose: anche in questo caso venivano spesso costruite piccole cappelle presso le fattorie e le case coloniche, dove i sacerdoti delle parrocchie di competenza si recavano periodicamente a celebrare le funzioni religiose.
Le case coloniche, molto spesso isolate, costituiscono pertanto uno degli elementi che contraddistinguono il paesaggio toscano, come ad esempio quello della val d’Orcia, reso dolce e suggestivo dai famosi filari di cipresso.
La casa rurale presenta generalmente costruzioni in muratura, molto spesso su due piani, con il tetto rivestito dai tipici laterizi toscani. In base alle funzioni svolte, le case rurali possono presentarsi con un unico fabbricato che in passato comprendeva sia l’abitazione al piano superiore che il rustico al pian terreno (tipologia residenziale), oppure con un edificio principale adibito ad abitazione e una o più strutture distaccate adibite a rustici ed annessi vari (tipologia aziendale).
Ogni zona della Toscana si caratterizza per le proprie varianti tipiche, come l’aretina, senese, fiorentina, lucchese, pistoiese, pisana e maremmana. Le diverse varianti residenziali presentano comunque il fabbricato generalmente di pianta rettangolare, talvolta con scala esterna che conduceva all’abitazione principale del piano superiore. Oggi numerose star internazionali, come ad esempio la star statunitense George Clooney, possiedono delle proprietà nella campagna toscana, specialmente nella piana della Maremma.
VILLE E DIMORE MEDICEE
Le ville medicee sono dei complessi architettonici rurali venuti in possesso in vari modi alla famiglia Medici tra il XV ed il XVII secolo nei dintorni di Firenze, Prato, Pistoia e nel resto della Toscana. Oltre che luoghi di piacere e svago, le ville rappresentavano la dimora periferica sul territorio amministrato dai Medici, oltre al centro delle attività economiche agricole dell’area in cui si trovavano. Per ville medicee si intendono convenzionalmente quelle edificate dai Medici.
Le prime ville medicee sono quelle di aspetto fortificato nel Mugello, zona della quale erano originari i Medici; nei secoli successivi vennero costruite molte altre dimore sparse un po’ su tutto il territorio del Granducato. Il sistema delle ville medicee costituisce un vero e proprio microcosmo attorno al quale si svolgevano i rituali della corte; le dimore esprimono al massimo l’alto livello di architettura rinascimentale e barocca raggiunto in Toscana, permettendo confronti sull’evoluzione degli stili, differenziandole notevolmente dalle più “semplici” case rurali toscane.
Con l’estinzione della casata medicea, tutte le proprietà passarono ai Lorena nel corso del Settecento.
LETTERATURA
La Toscana ha dato i natali, nel corso dei secoli, a numerosi esponenti di spicco della letteratura italiana.
In epoca medievale Guido Cavalcanti, Lapo Gianni, Gianni Alfani, Dino Frescobaldi e Cino da Pistoia contribuirono al diffondersi del Dolce stil novo, che conobbe una notevole evoluzione grazie a Dante Alighieri, autore di opere in lingua latina e volgare, tra le quali spicca certamente la Divina Commedia. Le traduzioni duecentesche di Andrea da Grosseto, tra le quali spiccano quelle dei Trattati di Albertano da Brescia, diedero un notevole contributo allo sviluppo e alla diffusione della lingua volgare anche in campo letterario. Un’attenzione a parte meritano le opere del senese Cecco Angiolieri che, a cavallo tra il Duecento e il Trecento, compose opere in apparente contraddizione al Dolce Stil Novo, rispetto ai cui canoni apparivano più materiali e terrene.
L’umanesimo nacque a Firenze nel XIV secolo grazie a letterati e studiosi come Francesco Petrarca, Convenevole da Prato, Giovanni Boccaccio, Zanobi da Strada, Coluccio Salutati.
In epoca rinascimentale, furono fondamentali i contributi conferiti da Niccolò Machiavelli e da Francesco Guicciardini, che scrissero numerose opere a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento.
Tra l’Ottocento e il Novecento sono significative le opere di Giosuè Carducci, Giuseppe Ungaretti, Curzio Malaparte, Mario Luzi, Carlo Cassola, Luciano Bianciardi.
TEATRI
La Toscana ha avuto una storia molto collegata al Teatro, che ha reso possibile la costruzione di moltissimi teatri, alcuni dei quali già presenti in epoca romana (Roselle, Fiesole e Volterra).
Importanti l’Opera di Firenze, il Teatro del Giglio e il Teatro Puccini di Torre del Lago Puccini.
GEOGRAFIA FISICA
Il territorio toscano è per la maggior parte collinare; comprende alcune pianure e importanti massicci montuosi (il 25,1% della regione).
Monti principali: Monte Prado 2054 m, Monte Giovo 1991 m, Monte Rondinaio 1964 m, Monte Pisanino 1946 m, Alpe Tre Potenze 1940 m.
Valichi e passi montani principali: Passo dell’Abetone 1388 m, Passo della Pradarena 1579 m, Passo delle Radici 1529 m, Passo del Cerreto 1261 m, Passo de La Calla 1298 m, Passo dei Mandrioli 1173 m, Passo della Cisa 1045 m.
Vulcani: Monte Amiata 1738 m, Monte Castello 445 m (Isola di Capraia).
Deserti: Deserto di Accona circa 150 km².
Fiumi principali: Arno 241 km, Ombrone 161 km, Serchio 111 km, Cecina 73 km, Magra 70 km, Sieve 62 km.
Laghi principali: Lago di Bilancino (invaso artificiale) 5,0 km², Lago di Chiusi 3,9 km², Lago di San Casciano circa 2,0 km², Lago di Montepulciano 1,9 km².
Lagune e laghi costieri principali: Laguna di Orbetello 26,2 km², Padule della Diaccia Botrona 12,78 km², Lago di Massaciuccoli 6,9 km², Lago di Burano 1,4 km².
Paludi interne: Padule di Fucecchio circa 18 km².
Piccole zone umide: Laghetto Traversari di Camaldoli, Metaleto, Asqua, La Lama, Pozza del Cervo, Fonte del Porcareccio, Prato al Fiume, Lago di Porta.
Coste: 633 km totali (397 km continentali e 230 km insulari).
Mari: Mar Ligure, Mar Tirreno.
Isole principali: Isola d’Elba 223,5 km², Isola del Giglio 21,2 km², Isola di Capraia 19,3 km², Isola di Montecristo 10,4 km², Isola di Pianosa 10,3 km².
AREE NATURALI PROTETTE
Le aree naturali protette coprono quasi il 10% del territorio regionale, per una superficie totale di 227.000 ettari. Ne fanno parte tre parchi nazionali, di cui uno, il Parco nazionale Arcipelago Toscano, ricade interamente in Toscana mentre gli altri due sono condivisi con l’Emilia-Romagna(Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano). Vi sono poi 3 parchi regionali, 2 parchi provinciali, 36 riserve naturali statali, 37 riserve naturali provinciali e 52 A. N.P. I.L. (Aree Naturali Protette di Interesse Locale). Nell’ambito della rete Natura 2000 sono stati inoltre proposti 123 Siti di interesse comunitario (SIC) e 30 Zone di protezione speciale (ZPS).